domenica 16 settembre 2007

A presto

Questo blog è nato in modo un po' casuale sotto la spinta emotiva, ed è andato cercandosi la sua ragione di essere strada facendo. A un certo punto, mi era sembrato che la chiave giusta potesse essere una sorta di critica di costume, tra il serio e il faceto.

Ma questo piano di lavoro adesso non mi basta più.
Per due ragioni:

1) Approfondendo alcuni temi, mi è venuta voglia di confrontarmi con una tematica più ampia e duratura: la realtà dell'eros considerata in una prospettiva filosofica, e cioè concentrando l'attenzione non sulle sue variabili ma sui suoi aspetti costitutivi.

2) Mentre continuo ad apprezzare la bellezza delle pulsioni sadomasochistiche (che naturalmente mi appartengono), mi è venuto a noia il mondo BDSM: troppo piccolo e troppo asfittico perché valga la pena di fare una critica di costume.

L'idea quindi è cambiare rotta. Il nuovo blog, a viso scoperto, con nome e cognome, sarà una sorta di laboratorio in pubblico, un luogo dove raccogliere i primi appunti e mettere alla prova certe intuizioni in vista di un lavoro più articolato e organico.

Naturalmente, delineare i confini di un così vasto terreno di studio e individuare in modo serio delle ipotesi di ricerca per un tema che da Platone a Bataille è già stato ampiamente affrontato richiede un certo lasso di tempo. La mia convinzione, in ogni caso, è che qualcosa sia sfuggita all'attenzione critica: qualcosa di grosso. E su di essa merita di mettersi a riflettere.

Perciò, ci rivedremo presto. E' un impegno che mi assumo volentieri.

Per intanto, un caloroso abbraccio al gruppetto di amici e di sconosciuti che mi hanno seguito in questi mesi.

Arrivederci
Arvo

venerdì 24 agosto 2007

Il teatro SM

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sabato 18 agosto 2007

Profili sotto il bisturi

Che cosa scrivono gli slave e le mistress nei loro profili? Come usano in particolare lo spazio libero che hanno a disposizione per parlare di sé? È quello che mi sono domandato prendendo in esame un campionario di centinaia di profili pubblicati su alcuni dei più noti siti BDSM italiani: Femdom Italia, Legami, Manette Matte, Zona Femdom (non ho considerato Al Bacaro Sadico perché ha un diverso format, che offre molte informazioni ma lascia poca libertà di sbizzarrirsi agli utenti). Gli standard, più o meno variati, sono pochi: i più importanti mi sembrano otto. Non ho preso in esame i profili di master, schiave o switch (e nemmeno il linguaggio delle immagini laddove è permesso inserirle). Ma credo che i risultati possano essere allargati anche a loro. Ovviamente, le categorie individuate hanno una funzione puramente descrittiva e nessuna, pertanto, è considerata qui migliore o peggiore di altre.

(Per ragioni di opportunità sono stati tolti i nick, ma le frasi sono reali: sono state scelte le più rappresentative e, in molti casi, le più belle. Un grazie agli autori)

1) “Cercasi mistress disperatamente”. Una percentuale molto alta di utenti sfrutta lo spazio a disposizione per pubblicare di fatto un vero e proprio annuncio. A prevalere, come ci si può aspettare, sono i “cerco padrona” ma non mancano i “cerco schiavo”. Per quanto riguarda la lunghezza e la complessità del testo, si va dalla laconica frase nominale del primo esempio alla circostanziata richiesta dell'ultimo.

- “sottomesso per padrona” (Legami);
- “schiavo di Roma in cerca di una padrona bbw molto molto in carne abbondantemente sopra i cento kg. Ti cerco disperatamente a Roma, se esisti contattami” (Manette Matte);
- “cerco compagna per ore piacevoli... astenersi perditempo” (Legami);
- “Uomo 40enne, amante della donna che veste in pelle nera ed attillata. Sono alla ricerca di una divina amante del genere per un rapporto vero, spero di trovarLa presto. Sono veneto” (Femdom Italia);
- “Cerco una bella e ripeto bella padrona dai 18 ai 35 con cui instaurare un vero rapporto di obbedienza e sottomissione a tutti i suoi capricci e voleri” (Manette Matte);
- “Sei alla ricerca di uno schiavo romantico, remissivo, ubbidiente, disposto a venerarti come una vera Regina ogni momento della giornata? Se sei tra 25 e 45 anni, crudele, dispotica, possessiva, desiderosa di avere un uomo ai tuoi piedi allora che aspetti, scrivimi. Sono un 35enne di Salerno, laureato, libero professionista, colto, atletico e di bell’aspetto, amante della musica classica, del cinema e del teatro, consapevole della superiorità femminile, che intende l’sm uno stile di vita e non una mera trasgressione di coppia. Aspiro ad un rapporto 24/7 dove la Donna al mio fianco possa diventare la mia Signora e Padrona. Adoro gli abiti in pelle, la lingerie, i tacchi alti, i giochi di ruolo ed essere sotto il continuo controllo della mia Tiranna. No a mercenarie, curiosi e perditempo. Solo Donne serie, single, motivate, consapevoli del ruolo” (Legami).

Ed ecco un paio di profili-annuncio scritti da donne:
- “Mistress di Roma, 47 anni, molto bella, cerca schiavi di Roma max 35 anni, carini, fisico atletico, depilati” (Zona Femdom);
- “Cerco aspiranti slaves come schiavi devoti. Le mansioni a cui saranno adibiti sono: autista, maggiordomo, zerbino, galoppino, domestico, leccapiedi, cagnolino da compagnia, a seconda delle necessità” (Legami).

2) “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi”. Alcuni utenti sono più discreti. Benché anche costoro siano in cerca, evitano di dirlo esplicitamente: non chiedono, non fissano condizioni; piuttosto esprimono i propri desideri, le fantasie, gli interessi, i sogni segreti. E, implicitamente, fanno intendere di essere disponibili. Il messaggio è più o meno questo: “io sono qui, e nell’attesa che tu mi risponda ti anticipo ciò che mi piace”. Perché, alla fine, la speranza è sempre quella: trovare una signora.

- “Vorrei essere ai piedi di una donna, anzi sotto i piedi” (Legami);
- “Sento il bisogno di essere punito, umiliato, sottomesso” (Femdom Italia);
- “Sono uno schiavo toscano, un whipping-boy pronto ad essere frustato sul mio culetto con la massima severità con fruste di ogni tipo, soprattutto le più dolorose da sadiche e spietate signore. Mi piacciono anche i giochi di ruolo in cui io sono la vittima” (Femdom Italia);
- “Mi piace adorare le morbide donne, partendo dai piedi fino ad arrivare... dove mi dici stop!” (Legami);
- “Adoro servire la mia Padrona... lavorando per Lei, svolgendo per Lei tutti i lavori domestici, servendola ed adorandola... vedendola vivere una vita comoda mentre mi comanda a bacchetta!” (Femdom Italia).

3) La filosofia femdom in pillole. Che questi utenti cerchino o no, poco importa. Loro sono dei teorici: si sono fatti delle idee, hanno maturato delle convinzioni (probabilmente anche delle esperienze), e ci tengono a metterlo in chiaro. Il messaggio qui è: “io la penso così”.

- “Sono convinto della superiorità femminile e vedo le donne come le regine del mondo” (Zona Femdom);
- “Non riconosco Femdom come valore assoluto! Solo pochissime, Vere Donne, si meritano la schiavitù di un uomo” (Femdom Italia);
- “Non riesco ad adorare un Dio, faccio fatica ad adorare una Donna, ma adoro discuterne” (Femdom Italia).

4) L’ego in vetrina. Un’altra percentuale di utenti (e mi ci infilo pure io) sceglie di descriversi in modo sintetico e spesso icastico con una frase che può essere originale o, viceversa, trovata su internet. Comunque l’utente vi si sente riflesso e la fa propria, presentandola coerentemente come sua. In evidenza mette la sua personalità, il suo modo di essere. Come dire: “se ti interesso, questo/a sono io”.

- “La seduzione è inscritta nel mio dna” (Manette Matte);
- “L’amore è la misura dei miei limiti; la sintonia stabilisce il vincolo; il desiderio mi rende schiavo” (Femdom Italia);
- “Intelligenza, sottomissione, ironia, remissività, fantasia, docilità = R.” (Zona Femdom);
- “Vivo nella follia… Ma senti che odore di carta e incenso; da una parte dico grazie, dall'altra continuo solo e senza corpo a scornarmi con il vento” (Manette Matte);
- "Amo le voragini di un'intimità senza confine, amo le anime infiammate che si rincorrono nella felice illusione di un abbraccio che non lascia respiro" (Femdom Italia).

5) “Sono qui, ma che me frega?” Una percentuale relativamente alta di utenti finge di ignorare di essere in un sito BDSM e usa il profilo per pubblicare un testo, più o meno lungo, che parla di tutt’altro. Per lo più si tratta di frasi “firmate”, poesie, assaggi narrativi, testi di canzoni. Il messaggio, più o meno enfatizzato, è questo: “sì, sono anche un appassionato di femdom, ma prima di tutto sono una persona con i miei sentimenti e i miei gusti”.

- “Del paradiso mi piace il clima, dell’inferno la compagnia” Oscar Wilde (Legami);
- “Il piccolo principe sedette su una pietra e alzò gli occhi verso il cielo. ‘Mi domando’ disse ‘se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua’” Saint-Exupéry (Legami);
- “… e non c’è niente da capire…” De Gregori (Legami).

6) “Anche Platone è stato schiavo”. C’è un altro gruppo di utenti che sembra non curarsi troppo di essere in un sito BDSM. Ma costoro, anziché un testo evocativo, preferiscono un aforisma o una massima che esprime una visione generale della vita. Sotto le vesti dello schiavo (o della padrona) si nasconde il filosofo. In tal caso, il messaggio è: “prima di tutto sono una testa pensante”.

- “Non c'è felicità nell'essere amati. Ognuno ama se stesso; ma amare, ecco la felicità” Herman Hesse (Manette Matte);
- “In medio stat virtus” (Zona Femdom);
- “Ridi... ed il mondo riderà con te. Piangi... e piangerai da solo” (Femdom Italia);
- “La vita è un anelito. Il suo compito è tendere alla perfezione, che è la realizzazione di sé. L’ideale non deve essere abbassato per via delle nostre debolezze o imperfezioni” Gandhi (Legami).

7) “Uomo avvisato, mezzo salvato”. Le mistress devono difendersi dallo spamming e da un buon numero di scocciatori. Molto spesso, perciò, i loro profili (quando non sono vuoti) tendono ad allontanare o a mettere in guardia. In sostanza, le donne dichiarano di non essere in cerca, di avere un caratteraccio e di non gradire che le si scriva. L’audace che voglia ugualmente contattarle lo fa a suo rischio e pericolo.

- “Sono acida come uno yogurt andato a male. Alla larga, ma molto molto alla larga da me (e per “molto” intendo: non mandatemi messaggi). Per chi si considera ‘ribelle’ o ‘monello’ o vuole essere dominato: andate al circo Togni!” (Femdom Italia);
- “Mistress io???... Sono solo una grandissima stronza” (Legami);
- “Sono un’incoerente, meteoropatica e lunatica, riesco a essere decisamente stronza senza metterci troppo impegno, dispettosa, testarda, capricciosa, permalosa e soprattutto possessiva. A parte questo, ho anche qualche difetto. Poi, dite che non vi avevo avvisato. Un sorriso” (Legami).

8) “Non sono sul mercato”. Una percentuale di gran lunga inferiore di utenti dichiara nel profilo di avere già un collare e pertanto di non essere in cerca. Se frequentano un sito o un forum, costoro lo fanno unicamente per il piacere di confrontarsi. Rispetto alla prima categoria individuata, siamo agli antipodi: “non cerco, perché ho già trovato”. È emblematico che, in questi casi, il messaggio sia sempre molto sintetico, come a dire: ciò che conta è l’appartenenza.

- “di H.” (Zona Femdom);
- “sono felice e onorato di appartenere alla mia Padrona, la Splendida Signora D.” (Femdom Italia);
- “sono l’umile schiavo della divina Padrona S. Questo per me è tutto” (Femdom Italia);
- “Sono proprietà di D., la mia Padrona Assoluta” (Legami).

(Foto in alto: Luca Tarlazzi)

domenica 5 agosto 2007

Per lei la vita è volontà di potenza

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martedì 24 luglio 2007

Una questione di gusto

Mi incuriosiscono sempre i nick di coloro che frequentano i forum o le chat, e spesso ne domando il significato. Ignoro invece i profili, perché raramente ci rivelano qualcosa di chi li compila. Spesso sono semplici, noiosi elenchi. E, generalmente, quanto più sono dettagliati tanto meno sono utili. Perché nei profili le pulsioni non hanno freni: uno ama leccare le suole delle scarpe, l’altro va pazzo per gli abbigliamenti fetish, quello per il fisting, quell’altro per lo spanking, e quell’altro ancora per tutt’e due. Embè? Chi c’è dietro quelle pulsioni?

D’accordo, cerchi una dea in latex che ti calpesti e ti prenda a ceffoni. Auguri. Ma tu chi sei? Come vivi? Che idee hai? Che studi hai fatto? Lavori? Leggi i giornali? Vai al cinema? Cosa pensi dell’amministrazione Bush? Che cosa ti viene in mente se qualcuno nomina la Baia dei Porci? Una spiaggia per vecchi e ricchi puttanieri? Tutte queste cose un profilo non le dice.

Il nick è più loquace perché, a differenza del nome con il quale siamo registrati all’anagrafe o del soprannome che ci hanno affibbiato gli amici, ce lo siamo scelti noi. Un nick è, in qualche misura, uno specchio della nostra personalità (piccolo come quello che usano le donne per rifarsi il trucco ma pur sempre uno specchio). E naturalmente, non è detto che rifletta una bella personalità. Ma i nick mi interessano pure perché sono simili a un disegno o a un volto: parlano in modo sintetico, lasciando trasparire anche ciò che vorremmo tacere.

Certo, moltissimi nick sono rivoltanti. Prenderei a pedate tutti quelli che invece di uno pseudonimo si sono scelti un’etichetta: feticista, masochista, feticista-masochista, feticista-dei-piedi, feticista-delle-mani, feticista-masochista-cuckolded, slave-feticista-sanfedista-coglione… Una mia amica ce l’ha in particolare con i sub: dice che le ricordano quelli che fanno immersione e, a immaginarseli davanti con la muta addosso, la maschera e le pinne, le viene da ridere. Ma lei è di animo generoso. A me sub fa venire in mente subnormale.

Il mio amico axel mi rimprovererebbe che non è bello ironizzare sulle fantasie altrui. Ma, in realtà, io non ho niente contro le fantasie. Anzi! C’è uno che va raccontando, un po’ in tutti i siti, che gli piace farsi passare il ferro da stiro caldo sopra il corpo. Forse ha ragione Miss-Monica a dire che è matto. Ma a me è simpatico, perché ha raccontato una cosa che non avevo letto prima e lo ha fatto senza chiasso (anche se, intendiamoci, io dico la safeword se solo mi si chiede di stirare le camice).

Insomma, è il modo in cui certe fantasie vengono espresse che mi suscita il riso, e allora non resisto: perché esibizione e ingenuità sono sempre una colpa. La mancanza di gusto, di stile, di educazione, di civiltà è segno che la persona in questione non ha fatto nessuno sforzo per migliorarsi: magari ha scolpito il suo fisico (come usano dire oggi i rotocalchi femminili), ma non ha saputo scolpire il suo intelletto.

C’è, però, anche chi sa essere relativamente esplicito e originale nello stesso tempo. Faccio due esempi. Uno è sottobosco. Si è scelto un nick evocativo, che in una chat normale apparirebbe enigmatico ma in una femdom room non lascia adito a dubbi sulle sue tendenze. Però nel sottobosco nascono tanti buoni frutti, e il nick suggerisce che nel suo animo c’è molto da scoprire. Mi è simpatico. A una donna capace di leggere nella mente di un uomo, uno così non passa inosservato.

L’altro nick è gonnarosantico. Questo è ancora più chiaro. Si capisce subito che a quest'uomo interessa il travestitismo. Però lo dice con eleganza, usando una sineddoche: la parte per il tutto. Non mette davanti la sua pulsione. Offre piuttosto se stesso, e se ne sta lì, con grazia, ad aspettare come farebbe una cameriera d’altri tempi. Una padrona, leggendolo, se lo può immaginare vicino, pronto al suo servizio, già bell’e abbigliato. Peraltro, ha scelto un bel colore (che talvolta in chat cambia, dimostrando di avere un ampio corredo non solo di abiti ma anche di idee). È la servetta giusta per una signora un po’ aristocratica.

(foto theFrenchMaids.net)

sabato 14 luglio 2007

La grande donna nuda di Lachaise

La fotografia qui accanto raffigura una statua di Gaston Lachaise, ospitata nel giardino delle sculture del Museum of Modern Art di New York (il MoMa): in assoluto, uno dei posti più belli al mondo dove andare. La statua, in bronzo, è del 1932, s’intitola Standing Woman, è alta circa due metri e trenta centimetri, e larga oltre un metro. Ne parla anche Gloria Brame in un suo articolo che si può leggere in traduzione su Femdom Italia.

Perché mi piace questa scultura? Anzitutto per le sue dimensioni e la sua gravità: questa donna nuda si colloca con decisione nello spazio, e lo riempie di sé. Non guarda in alto, verso il cielo: non le importa niente dei mondi superiori, non ha niente di spirituale. È pura materia e vive totalmente in essa. È materia nel senso odierno, quasi tecnico, del termine (tanto gradito alla critica d’arte contemporanea). Ma lo è anche nel senso originario, pagano, di sostanza prima da cui sono formate le altre.

Già. Materiam, manum, matrem: sono tutti termini collegati fra loro dalla medesima radice. La materia appartiene all’ambito di ciò che è misurabile (non a quello delle idee): ha un’estensione, un peso, una forma, una consistenza, un contorno… Può essere toccata, accarezzata, manipolata... È così perché è stata generata: dalla natura o con mano. Se le idee hanno bisogno di un principio paterno, maschile, la materia non può fare a meno di un principio materno, femminile.

Ecco, il significato di questa “donna nuda” – come la chiama semplicemente la Brame – sta qui, nell’immagine di questa madre che plasma la materia. Anzi, l’ha già plasmata, e ora non ha nemmeno bisogno di contemplarla. È raccolta in se stessa, paga della sua grandezza, piantata nel suolo e con il capo che sfiora le nubi, come le vette delle montagne, giacché lei stessa è una montagna.

Ma perché è così “calma” la signora di Lachaise? Perché, per quanto intimamente nuda, non prova alcuna vergogna? Perché nella sua assoluta nudità fisica ci appare più potente delle tante regine della pittura rinascimentale avvolte in sontuosi vestiti?

Perché questa signora è cosciente che i nostri destini discendono da lei: è una donna in “carne e ossa” con gli attributi femminili splendidamente ingigantiti e, nello stesso tempo, è la Dea Madre, la Madre Terra, il principio vitale per eccellenza, l’origine carnale e intellettuale dell’umanità e dell’universo. Non a caso è tanto più grande di noi! Ci è superiore nell’aspetto fisico e ci è superiore per la potenza creatrice che si sprigiona dai suoi larghissimi, incantevoli fianchi… Che voglia di abbracciarla, di stringerle le ginocchia!

La signora di Lachaise è l’essere oltre misura che genera ciò che è misurabile. Eh sì, come per tante civiltà antiche, anche per Gaston Lachaise, l’origine della vita è femmina. (Anche femmina è una gran bella parola: è probabilmente da collegare a foetum e a fecundum, e indica colei che fa essere e che nutre. Insomma colei che dà origine alle cose e agli uomini.)

Ma questa imponente signora è una madre buona o una madre cattiva? Né l’una né l’altra. La “donna nuda” di Lachaise vive in un mondo che precede ogni altra cosa: viene prima della storia, prima della cultura, prima della guerra dei sessi, prima di tutto. È un mondo che sta “al di qua” del bene e del male. E che non ha ancora fatto la conoscenza di quell’altro gigante che fu Friedrich Nietzsche: un mondo che non conosce il crepuscolo degli dèi, perché in esso gli dèi non sono ancora nati. Lei non li ha partoriti, ha partorito solo uomini: esseri, come lei, immensamente superiori al più maestoso degli dèi.

Sì, dobbiamo percorrere a ritroso la storia dell’umanità, se vogliamo sbarazzarci dei luoghi comuni che ci accecano anche nei fatti più banali dell’esistenza quotidiana. Bisogna avere il coraggio di compiere quella “regressione lungo i gradi dell’essere” di cui parlava Pasolini, per riscoprire la verità della nostra storia e della nostra anima. Chi ritorna da un lungo viaggio nel passato, dopo aver rivissuto tutte le tappe della nostra civiltà, sa che non c’è nulla da temere ad abbandonarsi a quel flusso amorevole che è l’eros. E ciò qualunque sia la forma che esso ama prendere nel suo imprevedibile percorso.

venerdì 6 luglio 2007

Al diavolo gli zerbini... (se sa cosa farne)

Ogni tanto qualcuno, leggendo quello che scrivo nei forum o in chat, mi domanda: ma tu non sei slave? E, regolarmente, mi tiene una lezione su come dovrebbe comportarsi un bravo schiavo per fare la felicità della sua padrona, e soddisfarne ogni desiderio o capriccio. Perché la volontà di una padrona è legge. Già, però, io non sono slave. Sono masochista! Porca puttana, non è la stessa cosa.

Fondamentalmente, della sottomissione non me ne frega niente. O, almeno, non me ne frega niente di quel tipo di sottomissione che nei forum SM viene presentata come ideale. E ancor meno, se possibile, me ne frega della sottomissione come stile di vita.

Anzi, mi girano i coglioni se vedo un uomo atteggiarsi a zerbino; mi fanno schifo vermi, insetti, umili, inetti e incapaci. Scoppio a ridere se qualcuno accenna a parlare di superiorità femminile. Mi guardo bene dal porgere l’altra guancia se ricevo uno sgarbo (semmai pecco per eccesso di difesa: restituisco più dell’offesa subita) e, se devo mandare a cagare un deficiente, lo faccio con gusto, senza complessi di colpa. Be’, no, questo non è vero: lo mando a cagare, poi però i complessi di colpa li ho, eccome. Tutto considerato, sono per natura un uomo gentile e affabile.