sabato 19 maggio 2007

Mi piace parlare...

Mi piace, dopo aver giocato, parlare con la mia signora, chiederle che cosa ha provato, quali sensazioni ha avuto. Magari non subito. Perché, a volte, dopo una sessione ci si sente spossati. Si ha voglia di altro: di coccole, di carezze, di baci, di sesso. Quello, in genere, non è il momento di conversare. Però il giorno dopo, una settimana dopo, quando capita… mi piace chiederle, domandarle.

Io credo di aver ormai imparato a conoscere il mio corpo. So che cosa mi accade dentro. E mi piace raccontarglielo, se vuole, perché ricordare vuol dire rivivere una bella situazione e soprattutto perché, ricordando, ci si conosce meglio, cresce la complicità e diventa poi più facile intendersi, anche senza parole.

Ma che cosa accade nel suo corpo, nella sua testa?

Sì, certo, mentre mi hai fra le tue mani, riconosco le tue reazioni. Le vedo o almeno le sento. A volte ti piace bendarmi gli occhi. So che nel fare questo provi uno straordinario senso di potere. Ma, con gli occhi bendati, i sensi sono ancora più vigili e attenti, sono pronti a cogliere ogni segnale, ogni indizio… Sento se ti piaccio, sento se i miei sussulti ti comunicano qualcosa (sai che non sono uno che si trattiene, non ho paura di manifestare il mio dolore). Sento se i miei lamenti ti eccitano, se quando ti imploro hai la sensazione che ti appartengo, che sono tuo…

Ma, nella parte più segreta di te, quella più intima dove nessuno può arrivare, che cosa succede quando mi batti? Ti piace far male, ti piace vedermi soffrire, questo lo sappiamo entrambi. È anche per questo che giochiamo insieme (giochiamo insieme per mille motivi ma fra quei mille questo è uno dei principali), e a me piace soffrire per te: è una cosa che mi fa impazzire.

Ma, dimmi, che cosa invece eccita te? I miei gridi, i miei gemiti? Le striature rosse sulle mie spalle e sulle mie natiche? Il sibilo della frusta? Ti piace trascinarmi fino al punto in cui non ce la faccio più e ti supplico di fermarti? Ti piace combattere con la mia resistenza? Ti eccita vedere un uomo inerte, nudo nel fisico e nell’anima, un uomo che non può nascondere niente, un uomo che costringi a essere vero? Che cosa davvero ti dà soddisfazione? Quale incantevole, perversa, estasiante molla scatta dentro di te?

E che forma acquista quella eccitazione? Che cosa genera dentro di te il senso di potere? Cosa avviene nella tua testa?

(In alto, La canzonettista, di Antonio Donghi)