venerdì 8 giugno 2007

Il potere della fantasia

Ma che cosa ci affascina davvero in una signora? Dolce Domina, in un articolo peraltro disilluso apparaso su Femdom Italia, ci consiglia di guardare in una Miss anzitutto queste qualità: “energia, esperienza, stile, fascino, modus operandi”.

Sì, quelle suggerite da DD sono qualità preziose.

C’è però un’altra qualità che io trovo formidabile, addirittura disarmante. È la fantasia, intesa nel senso più concreto del termine, come capacità di iniziativa, di trasformare gli oggetti, di inventare un gesto, una situazione, qualcosa che ti sorprende e ti lascia senza parole, non solo durante una sessione, ma anche al bar, al ristorante, nel foyer di un teatro, in compagnia degli amici…

Ogni volta rimango ammirato da quanto poco basti a certe donne dominanti per spiazzarti e coglierti alla sprovvista. Non hanno bisogno di molti attrezzi. Una frase, un semplice foulard, una cordicella, tutto nelle loro mani può diventare uno strumento di potere… Quando meno te lo aspetti, inventano qualcosa, spesso lì per lì, senza sforzo, senza pensarci sopra molto, e tu allora ti domandi: "Ma come ha fatto? Come le è venuto in mente? Dove le trova certe idee?" Allora davvero ti arrendi, e ti senti sottomesso anche nell'anima. Allora l'adori sul serio, non per gioco. Perché non puoi fare nulla, non hai nulla da rispondere. Perché tu non saresti mai stato in grado di pensare un gesto altrettanto bello, altrettanto adeguato, singolare, e così perfetto in quel determinato momento. Perché a te quella capacità di invenzione manca e al loro posto saresti prevedibile, monotono, scontato.

Oh, sì, certo, mi piacciono da morire anche le nostre attrezzature da castello medievale. Però, non sono quelle attrezzature che mi fanno sentire “schiavo”, che mi piegano all’autorità di una padrona. Sono invece le risorse della sua fantasia che, poi, è come dire le risorse della sua personalità ad avere realmente quell’effetto.

Perché, diciamocelo, se fossimo noi a condurre il gioco replicheremmo sempre lo stesso schema, una sessione sarebbe uguale all’altra. I feticisti del piede, i fanatici dello spanking, gli appassionati dello strap on, tutti ci preoccuperemmo soltanto di soddisfare la nostra mania e rimarremmo concentrati su quella dall’inizio alla fine, senza variazioni. La prima volta siamo felici, perché, dio mio, è vero, quanto abbiamo sognato quell'occasione, quanto l'abbiamo attesa! Ma che noia dopo un po', che noia una volta soddisfatto il capriccio! Non è forse così? Per carità, anch’io ho le mie fissazioni, i miei feticci, non faccio eccezione, non sono migliore di nessuno: ma da quando ho imparato a dimenticarmene mi diverto mille volte di più.

Con certe donne dominanti, invece, ogni istante è una sorpresa, ogni incontro o ogni conversazione una fonte di novità, persino quando ti tengono sulle spine, persino quando si negano. Nessuna esperienza è uguale all’altra. Ecco, se devo riconoscere una supremazia in certe donne (certe donne!) la riconosco in questa capacità, per la quale le invidio tanto perché a me manca. Chissà, forse siamo schiavi anche per questo, perché nel fondo della nostra coscienza sappiamo che non siamo in grado di condurre un rapporto e guidare un gioco altrettanto bene… In fondo, ci è più comodo essere schiavi. No, non mi fraintendete: lo so che tutti quanti interagiamo, nessuno di noi resta passivo, anche noi compiamo i nostri gesti, anche noi sappiamo sorprendere… Ma noi ci muoviamo sullo scenario disegnato da una Signora. Siamo pedine nelle sue mani. E' questa la differenza.

(Sopra, un dipinto senza titolo del sudcoreano Myung-Lae-Nam)