venerdì 15 giugno 2007

La felicità femdom

Confesso: sono di parte, addirittura fazioso. Mi piace il forum di Femdom Italia, perché lì mi sento a casa mia, e intervengo soltanto su quello. Ma leggo anche le pagine di altri kinky websites, e mi capita periodicamente di imbattermi in interventi accorati che mi toccano a fondo: sono quelli di coloro che sentono la propria vita incompleta e soffrono perché, anche quando hanno ottenuto molto, manca loro ancora qualcosa di fondamentale, la realizzazione della propria natura. E, magari, quella natura, la tengono segreta, perché sono sposati, perché se ne vergognano, perché semplicemente non hanno avuto l’occasione di lasciarla affiorare… A costoro mi sento legato da un sentimento fraterno. Perché quella sofferenza l’ho provata anch’io. Perché tutti, senza eccezioni, conosciamo l’angoscia. E in quell’angoscia c’è la nostra umanità.

È vero, spesso – molto spesso! – la sofferenza ci porta ad agire da sciocchi o ci rende vittime della frenesia. Ma, talvolta, la sofferenza ispira anche un gesto nobile, uno slancio di generosità nel quale mettiamo in gioco tutto noi stessi. Succede, talvolta, di apprezzare un tale gesto, assoluto e radicale, che qualche slave rivolge in pubblico a una persona prima che a una mistress.

Secondo me, quegli slave vanno presi a modello perché, per ottenere ciò che abbiamo a cuore, dobbiamo osare e correre il rischio di perdere la faccia. Ammiro le persone che sanno farlo e che si costringono a trovare il coraggio dentro di sé. Nessuno di noi, quel coraggio lo trova già bell’e pronto. Il coraggio è qualcosa che ci si dà, che si cerca, che ci si impone. Ammiro coloro che sanno lottare con le proprie timidezze e le proprie paure per dimostrarsi all’altezza della loro signora. Questi uomini sono degni di stima persino nella sconfitta, persino nell’errore. Perché sanno migliorarsi.

Incominciamo tutti a frequentare un sito per ragioni diverse. Ma fra le tante ragioni credo che ce ne sia una che ci accomuna: il desiderio o il sogno di una felicità femdom. No, non è un sogno facile da realizzare, non è mai facile realizzare i propri sogni: il mondo non è lì trepidante ad attendere il nostro arrivo. Però ciò non significa che bisogna rinunciare. Significa piuttosto che bisogna fare uno sforzo maggiore: di volontà, di fantasia, di intelligenza.

Quella felicità non è una chimera, esiste, si può costruire. Abbiamo il dovere di dirlo a chi per la prima volta si avvicina a questo mondo, spesso già carico di tante delusioni. Le donne sono più tolleranti e disponibili di quanto di solito noi crediamo. Ma bisogna imparare a rivolgersi loro nel modo giusto, che ogni volta è differente: non esistono ricette valide in ogni caso. Alcune di loro hanno scoperto la loro natura dominante durante l’infanzia, e hanno incominciato presto a coltivarla oppure hanno lasciato che si assopisse per farla riemergere al momento opportuno. Altre la scoprono più avanti, talvolta dopo un matrimonio finito male. Comunque quelle tendenze ci sono: non lasciamole sfiorire, proviamo a risvegliarle.

Certo, di solito ci avviciniamo a una donna dominante spinti dalle nostre fantasie o da un desiderio insoddisfatto (quante volte ce lo hanno rimproverato?). È sempre così, è naturale che sia così: se le nostre pulsioni non fossero così imperative non riusciremmo a scambiare neppure un saluto con una signora. Ma non fissiamoci sulle nostre private fantasie. Anzi, dimentichiamole: ci divertiremo di più. Lasciamoci guidare, impariamo piuttosto a essere ricettivi ai segnali della nostra signora e preparati a risponderle o ad anticiparla, se è il caso.

Come ogni altra relazione – anzi, per l’intimità e la complicità che si creano, forse più di ogni altra relazione (lei conosce alla perfezione il tuo corpo e il tuo animo, ti legge dentro, perché davanti a lei tu sei intimamente nudo, non potresti nasconderle niente neanche se lo volessi, ricordalo! ) –, un rapporto femdom può diventare una scoperta continua: giocando, ci accorgiamo che ci piacciono cose che prima nemmeno ci sognavamo che esistessero. È questo il bello di una relazione. È in questo modo che, giorno dopo giorno, si costruisce la felicità femdom. Ed è questo che rende un rapporto speciale e memorabile. Persino dopo che è finito.